Il disturbo affettivo stagionale

01 / 02 / 2022

Con l’alternarsi delle stagioni anche il nostro umore sembra essere sulle montagne russe. Eventi depressivi importanti che si manifestano con regolarità in un periodo dell’anno specifico sono un campanello d’allarme che merita di essere ascoltato. 

Vediamo cosa si intende per “disturbo affettivo stagionale”, come riconoscerlo e affrontarlo nella maniera corretta. Il nostro benessere deve dipendere da noi prima che dal tempo.

“Winter Blues”

Il disturbo affettivo stagionale, noto anche come SAD, è un disturbo di tipo depressivo caratterizzato nel suo complesso da alterazione del sonno e dell’umore, cambiamento di peso, difficoltà di concentrazione, irritabilità, ansia, rifiuto sociale e perdita di interesse nelle attività quotidiane. Insorge generalmente in età giovanile, tra i 18 e i 30 anni. Le donne hanno quattro volte più probabilità di sperimentarlo. Più a rischio sono anche le persone che hanno già ricevuto una diagnosi di disturbo bipolare di tipo due.

È possibile distinguere tra una forma di SAD invernale e una forma estiva, che differenziano tra loro per alcuni sintomi, talvolta opposti, e per il periodo in cui si manifestano. Il disturbo affettivo stagionale nella sua forma invernale esordisce con l’arrivo dell’autunno e si risolve in maniera naturale in primavera. Viene chiamato anche “Winter Blues” e rappresenta la forma più comune del disturbo; chi ne soffre sperimenta un aumento del sonno, stanchezza, aumento dell’appetito e del peso.

Luce, serotonina e vitamina D

Le cause dell’insorgenza possono essere molteplici: l’esposizione alla luce sembrerebbe essere uno dei fattori che contribuisce all’insorgenza del SAD. Infatti il disturbo affettivo stagionale tende a presentarsi più frequentemente nelle popolazioni che vivono ad elevate latitudini, dove il ciclo giorno/notte risulta essere maggiormente scombussolato durante l’anno. Questo comporta una mancata o sovra esposizione alla luce naturale per gran parte della giornata. Già dai tempi antichi i medici greco-romani trattavano la depressione invernale con l’esposizione alla luce solare direttamente negli occhi. Ancora oggi questo tipo di depressione che emerge in autunno può essere curata facendo uso della fototerapia, che consiste nell’esposizione prolungata alla luce naturale del sole o sfruttando una “lightbox”. Il paziente viene sottoposto a raggi simili a quelli solari per un tempo più o meno prolungato (comunque non superiore ai 60 minuti) durante le ore della mattina, per poi diminuire gradualmente l’esposizione alla luce artificiale con l’arrivo della primavera.

Un altro fattore scatenante è il livello della serotonina, un neurotrasmettitore coinvolto nella regolazione dell’umore. Le persone affette da SAD infatti presentano una maggior difficoltà nella sua regolazione. Non a caso l’alterazione del livello di serotonina è responsabile di tanti altri disturbi che implicano l’alterazione dell’umore, dell’appetito e del sonno. 

Persone che sviluppano un disturbo affettivo stagionale sembrerebbero produrre meno vitamina D in risposta alla luce solare, la quale sarebbe strettamente collegata con la regolazione della serotonina. Anche l’insufficienza di vitamina D è associata a sintomi depressivi significativi; un’integrazione a livello farmacologico potrebbe essere parte del trattamento.

Riconoscere il disturbo affettivo stagionale

Se da una parte il SAD si presenta come un disturbo difficile da diagnosticare, poiché i suoi sintomi possono essere scambiati con quelli di altre patologie, dall’altra parte non va confuso con una normale alterazione umorale legata alla stagione. Scoperta che tra l’altro non è per nulla recente, già nel 400 a.c. infatti Ippocrate parlava di una depressione connessa al susseguirsi delle stagioni.

Si è di fronte a un seasonal affective disorder solo quando:

  • compare una fisiologica reattività dell’umore legata ai cambiamenti stagionali, 
  • vengono soddisfatti i criteri per la depressione maggiore in concomitanza con le stagioni di riferimento 
  • i sintomi si presentino in maniera ripetitiva per almeno due anni, superando, in livello d’intensità, altri cambiamenti umorali non stagionali.  

Come affrontarlo

Se hai ricevuto una diagnosi di SAD e la stai affrontando già da un paio di anni non farti trovare impreparato. Sai che la stagione in arrivo porterà con sé delle fatiche non irrilevanti perciò programma in anticipo delle attività che sai ti faranno stare bene: viaggi, esperienze di vario tipo o piccole uscite in compagnia. 

Nel caso di un disturbo affettivo stagionale di tipo invernale, fare tesoro dei brevi momenti di luce è fondamentale. Una piccola passeggiata o un’ora di fronte alla finestra leggendo un buon libro potrà aiutarti a gestire il malumore. 

Non isolarti: le persone care, che ci stanno accanto, rappresentano un fattore protettivo nei momenti di difficoltà, informarli del disturbo ed istruirli a riguardo li aiuterà a capire meglio la tua situazione. 

L’attività fisica e l’allenamento costante possono essere di supporto nel gestire meglio questo tipo di disturbo. I pazienti sottoposti alla fototerapia che praticano contemporaneamente attività motoria in maniera regolare riportano infatti un recupero molto più veloce. 

Perché la figura dello psicologo é importante

Ricordiamo che rivolgersi a un professionista della salute mentale rimane un’ottima opzione. Psicologi e terapeuti lavorano quotidianamente con persone che richiedono un supporto psicologico e che necessitano di essere guidati affinché possano trovare il modo migliore per gestire il disturbo in base al proprio funzionamento individuale. 

La terapia cognitivo-comportamentale si rivela un trattamento efficace al disturbo affettivo stagionale. Questa reca al paziente benefici più a lungo termine rispetto alla semplice esposizione luminosa o all’utilizzo di farmaci depressivi.

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Bibliografia

scritto da

Marzia Menotti

Marzia Menotti

Psicologa Psicoterapeuta

Amo aiutare le persone a coltivare la consapevolezza e l’amore per se stessi,  vivere nel presente e trasformare le crisi in occasioni di conoscenza di sè.

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