Può capitare, al termine dalle vacanze estive, di vivere un effetto paradossale: anziché sentirci più sereni e riposati, ci sentiamo più stanchi e frustrati di prima. Perché questo accade? e, soprattutto…come si può scongiurare questo spiacevole effetto paradosso?
NON E’ UNA MALATTIA
Spossatezza, disturbi psicosomatici come cefalea o problemi intestinali, difficoltà del sonno; ma anche ansia, sbalzi di umore e tristezza. Sono tanti i modi con cui il nostro organismo esprime lo stress tipico della ripresa delle attività abituali, dopo le vacanze.
La “Sindrome da Rientro”, però, è solo un nome convenzionale; assegnato a una condizione molto diffusa, ma che non è riconosciuta come una malattia vera e propria. Si tratta infatti di una situazione transitoria, che nella maggior parte dei casi si risolve da sé, entro poche settimane.
CROLLO DELL’ADRENALINA
Una prima spiegazione della sindrome da rientro prende in causa l’adrenalina, l’ormone che dà la carica. Il nostro organismo produce adrenalina durante l’attività fisica e le situazioni eccitanti e stimolanti, proprio come quelle che riempiono le giornate di vacanza. Secondo questa ipotesi, dunque, il ritorno ad una quotidianità più statica e prevedibile comporterebbe un brusco abbassamento della produzione di adrenalina. Da questo, la percezione di stanchezza, mancanza di energia e noia.
FATICA EMOTIVA
Un’altra spiegazione della Sindrome da Rientro potrebbe essere che, durante le vacanze, si è passato molto più tempo del solito a contatto con relazioni stancanti. Parenti esigenti, figli da accudire, partner con i quali il rapporto è ormai usurato. Con il rientro alla routine quotidiana, ecco che la fatica emotiva accumulata nelle settimane “gomito a gomito” si esprime tutta d’un colpo, lasciando dentro sentimenti di tristezza e irritabilità.
FELICITÀ A CONFRONTO
La Sindrome da Rientro potrebbe essere alimentata anche dal confronto con chi è ancora in vacanza. Le foto sui social, la felicità esibita, i tuffi e gli aperitivi in riva al mare fanno percepire la vita di tutti i giorni, per contrasto, più grigia e insoddisfacente di quanto non sia in realtà.
INSODDISFAZIONE
Infine, non si può trascurare un’ultima ipotesi: la Sindrome da Rientro potrebbe essere il segnale che la quotidianità abituale non è più una fonte di soddisfazione e gioia. Se l’ansia e la malinconia persistono oltre le prime settimane dal rientro, significa che non basta più prendersi qualche periodo di vacanza e accantonare i problemi. Se ci accorgiamo che l’unico modo per star bene è pensare alla prossima vacanza, allora significa che stiamo solo cercando una via di fuga dalla realtà.
NUOVE OPPORTUNITÀ
Ecco che la sindrome da rientro può diventare una grande opportunità per riconoscere ciò di cui non siamo soddisfatti. Il malessere percepito potrebbe essere la spinta giusta per interrogarsi sui bisogni più profondi…Per esempio aprendosi alla possibilità di qualche cambiamento, oppure pianificando qualcosa di nuovo.
Ancora una volta, la strada è quella di ascoltare e di accogliere tutte le esperienze, anche quelle che a prima vista possono sembrare negative e spiacevoli, come la Sindrome da Rientro. Ogni esperienza è può trasformarsi in un’occasione per comprendere i nostri bisogni e per accoglierli, con amore.
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Riferimenti bibliografici
https://www.researchgate.net/publication/338293679_Post-Holiday_Syndrome
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